
Monserrato perla di Sardegna
Sa passillada de Pauli
La Storia


La Chiesa di Santa Maria de Paulis
Merita una visita la chiesa filiale della B. Vergine di Monserrato, attorno alla quale si sono annodati secoli di storia: ha costituito il nuovo nucleo dell’insediamento umano nel Basso Medio Evo. L'esistenza della chiesa di Santa Maria de Paulis è attestata fin dal sec.XII, epoca in cui i Vittorini possedevano, alle dipendenze del priorato di S.Saturnino di Cagliari un territorio che si estendeva dalle saline di Quartu S.E. fino a Decimo e Siliqua. Nel 1183 passò nelle mani dei Vittorini. Secondo il Vitale essa venne rifondata su un antico tempio pagano (si tratta però di antiche leggende). Espulsi i Vittorini dai pisani nel 1246 da Cagliari, la chiesa di Santa Maria restò sotto la giurisdizione dei monaci fino all'arrivo degli aragonesi. Questi ultimi portarono il culto per la Vergine di Montserrat, infatti in Sardegna tutte le chiese intitolate a Santa Maria aggiunsero il titolo di Montserrat. La statua infatti regge con la destra il Bambino e con la sinistra una sega, ad indicare che si tratta della Vergine di Montserrat ossia della Vergine del Monte a forma di sega venerata in Catalogna. Il culto per la Vergine di Monserrato si sviluppò in modo così profondo nella coscienza popolare che dopo l'unità d'Italia, Pauli-Pirri divenne prima Pauli - Monserrato e poi, definitivamente , Monserrato. La chiesa ebbe diverse modifiche nei secoli che ne hanno mutato la connotazione originaria. La vecchia chiesa di forma quadrata, di blocchi calcarei, venne demolita nel 1856. La forma attuale, ha la pianta a croce greca, con cupola centrale e altre tre che coprono bracci e abside, risale alla seconda metà del sec. XIX. La facciata è timpanata, suddivisa in tre ordini orizzontali da cornici marcapiano, sicuramente è stata modificata dopo la seconda guerra mondiale. Sul lato destro, tra cappella e l'abside, è assemblata la sagrestia, mentre sul lato sinistro si staglia un campanile a vela. Nella facciata si nota il nuovo portone realizzato in bronzo dal pittore e scultore monserratino Gianni Argiolas. L'altare maggiore è un bell'esempio di raffinatezza dei marmorari, con tarsie policrome; l'espositorio marmoreo che sovrasta l'altare, imponente ma armonico, un vero gioiello dei marmorari del cagliaritano. Nella chiesa si conserva il simulacro della madonna, titolare di un cospicuo patrimonio, costituito da gioielli antichi ed ex voto in oro e in argento, testimoni di una raffinata oreficeria. Il presbiterio sopraelevato di due gradini dal piano della navata è separato da questa da una balaustra marmorea policroma; fu pianellato nel 1914, dono dei coniugi Raffaele Picciau e Francsca Anna Loddo. Nella sagrestia sono conservate le statue di San Sebastiano, di Sant'Ambrogio, di San Filippo, di Sant'Isidoro, di San Luigi Gonzaga e un'antica statua di Sant'Antonio da Padova col bambino. Nella cappella a sinistra si trova la statua di Santa Filomena, conservata in una urna di vetro. Nel 1990, presenti l'arcivescovo ausiliare di Cagliari Mons. Tarcisio Pillolla, il parroco don Mario Secci, il presidente del Consiglio di Circoscrizione Bruno Spada, l'Assessore ai Lavori Pubblici, Ambrogio Atzeni, è stato inaugurato il dipinto del braccio destro della chiesa, realizzato da Gianni Argiolas e da Augusto Loi insieme con i ragazzi di bottega. La pittura, ha il titolo La processione della B.V.di Monserrato, ed è affollata da centottanta figure, in cui sono individuabili personaggi più o meno noti della città.
La Chiesa di Sant'Ambrogio
La parrocchiale di San,Ambrogio è la chiesa madre di Monserrato, situata in piazza Padre Silvio Serri.
La costruzione della chiesa di Sant'Ambrogio, secondo i canoni dello stile gotico catalano, risale alla seconda metà del XVI secolo.
Un documento notarile che nel 1564 Don Geronimo Zapata, canonico decano della cattedrale di Cagliari e prebendato di Pauli de Pirri ( antico nome di Monserrato) , insieme ai sindaci del paese, prendeva accordi con gli scalpellini ( picapedres) Gaspare, Pierotto, Giovanni Antonio Barrai e Giovanni Vacca di Cagliari riguardo alla costruzione del Presbiterio, per cui doveva prendersi ad esempio quello della chiesa di San Pietro a Settimo.
Nel 1615 venne commissionata la costruzione dei prospetti ai lati della facciata, dotati di merlatura, come doveva presentarsi anche in facciata in origine.
Nel 1619 iniziò l'erezione della torre campanaria, crollata tra la fine del XVIII secolo e l'inizio del XIX .
La facciata , proprio in seguito al crollo della torre, venne ricostruita nelle forme attuali. L'attuale campanile venne completato nella seconda metà del XIX secolo.

La chiesa del SS Redentore
La parrocchia del SS.mo Redentore fu eretta dall'arcivescovo Mons. Paolo Botto il quale, nominato primo parroco il sac. don Paolo Deiana, pose la prima pietra il 20 Febbraio 1955. L'edificio, caratterizzato da una sola navata di m. 40x15, un presbiterio di m. 6x4 ed una torre sul fianco alta circa m. 26, non offre alcun elemento di rilievo architettonico e si colloca in quelle tipologie, nate nel dopoguerra, allorché anche le chiese assunsero la fisionomia di capannoni industriali. Fu inaugurata il 29 Giugno del 1970. Oggi la comunità che gravita attorno al SS. Redentore è la più popolosa e raccoglie il nucleo più giovane della città di Monserrato, difatti, conta più di 10.000 fedeli.
LA COLONNA GIURISDIZIONALE
La Croce di Marmo ( La Cruz de Màrmol ) è posta sopra un basamento tronco-piramidale in cui si legge,inciso, l'epigrafe MESSO 1563, l'anno che segna l'inizio dei registri parrocchiali di Sant'Ambrogio, che proprio in questa data rubricò il primo battesimo dopo il Concilio di Trento. Punto di passaggio obbligato da e per Monserrato dopo l'inondazione del 27 ottobre del 1796 che provocò più di venti morti e distrusse due terzi delle abitazioni. Nel 1798 il Consiglio di Comunità decise di ricostruire il ponte sullo stagno " a filo dritto passando dalla Croce di Marmo di questa villa" dove passava la " strada maestra" ( el Camino Real ) che collegava Cagliari con Pauli Pirri , e con las villas de Partiolla, de Gerrey, Partiolla Sinnai, Septimo, Mara y Selargius.
Rivolta alla piazzetta reca l'effige del Cristo, nell'altro lato la Madonna col bambino. Questa croce dalla forma gotica, poggia sopra una colonna romana monolitica,che attesta ulteriormente l'epoca imperiale di Monserrato. Ebbe la funzione giurisdizionale perchè delimitò la sfera di competenza territoriale ecclesiastica ed il jus decimarum. Il luogo che ospita la croce è denominato sa prazzixedda de sa crux'e marmuri (la piazzetta della croce di marmo).


SAN GIOVANNI BATTISTA DE LA SALLE
La parrocchia,intitolata al santo fondatore dei fratelli cristiani,è stata progettata dall'ingegner Antonio Callai.L'architettura elaborata da Callai risente di influssi d'oltralpe, in sintonia con il rinnovamento liturgico iniziato in Belgio ed in Germania. Iniziati nel 2001,i lavori sono stati ultimati nell'ottobre del 2004,con il completamento del sagrato.
L'inaugurazione è stata celebrata l'11 dicembre 2004 da Mons. Giuseppe Mani, arcivescovo di Cagliari, presente il sindaco Antonio Vacca, assessori e Consiglieri comunali. La chiesa è stata costruita su di una pianta a semicerchio, di modo che i raggi del sole convergono verso l'altare centrale, l'esterno è stato realizzato in cemento faccia a vista e sormontata da un'ampia copertura in legno di larice a forma di vela. Chi entra nell'aula si trova in un arco di 180° che ha la linea di convergenza verso un unico punto geometrico: il luogo del sacrificio. L'altare centrale reca dei bassorilievi a soggetto eucaristico, scolpiti da Angelo Casula di Barrali , su disegno dello stesso Callai.
L'edificio è corredato di sessanta vetrate, di cui quaranta pitturate e venti incise, opera della pittrice monserratina Anna Verona e dell'artista Giampaolo Serra che non distraggono il fedele, ma lo conducono alla lettura di passi testamentari. Sul transetto principale sono presenti una fonte battesimale e una penitenziera di forma cilindrica che presentano delle vetrate richiamanti le simbologie del battesimo e della penitenza.
La storia di Monserrato
La fondazione del primo nucleo abitativo risale al periodo romano. Nel medioevo noto col nome di Pauli, era compreso nel giudicato di Cagliari. Nel 1258, dopo lo smembramento del giudicato fu amministrato da funzionari pisani fino al 1324 quando a seguito della conquista aragonese fu concesso in feudo. La peste del 1348 spopolò il villaggio, nel 1366 divenne feudatario Guglielmo Canelles, che però fu osteggiato dalle truppe arborensi che lo occuparono fino al 1410. Nel 1426 il villaggio fu concesso a Dalmazio Sanjust che iniziò un'opera di risanamento che permise lo sviluppo della cittadina favorendo l'agricoltura specialmente vinicola. Dopo l'abolizione del feudalesimo, nel 1848 entrò a far parte della provincia di Cagliari divenendo comune autonomo sino al 1928, data in cui è stato accorpato al comune di Cagliari. Ha riacquistato la propria autonomia il 18 novembre 1991 dopo un referendum e mediante una legge regionale. In tale occasione, però, è passato da 1.137 ettari di territorio comunale a 650 ettari (è stato privato della piana di San Lorenzo perché una striscia di terreno del comune di Selargius ne interrompeva la continuità territoriale). Su questo tema è ancora in corso una causa legale tra il Comune di Monserrato e il Comune di Cagliari. Il significato del nome Il nome sardo Pauli o Paulli significa palude. Già nel Medioevo assunse il nome di Paùly, prima, e poi quello di Paùli Pirri. Successivamente al 1881 divenne Paùli Monserrato e dall'11 aprile 1888, con Regio decreto e per volere del Consiglio comunale, prese il nome di Monserrato, parola riconducibile alla Madonna di Montserrat (nei pressi di Barcellona).

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